Cucina Lariana
Piatti tipici della cucina lariana.Nella cucina lariana predomina il lago, ma non mancano i rustici sapori di montagna, né le delizie collinari. Montagna e collina sono custodi di quella tradizione povera e genuina che ha i suoi simboli nelle polente taragna, di grano saraceno, o nella polenta uncia: condita con burro, aglio e formaggi, oppure il toc variante bellagina, piatto unico molto ricercato e di difficile preparazione. Sulle tavole del Lago di Como ha un posto d'onore il fritto misto di lago: alborelle in quantità e agoni, da friggere infarinati in padella di ferro, bottatrice, filetti di persico e lavarello, da cuocere impanati con l'uovo in burro e salvia con un goccio d'olio.
Il pesce in carpione, fritto e poi marinato in aceto, cipolla, alloro, è parente del pesce in salsa verde, grigliato e marinato in una salsa di prezzemolo, mollica di pane con aceto, capperi, acciughe, aglio, rosso d'uovo, olio d'oliva (ideali lavarelli, agoni e salmerini).
Il piatto tipico della cucina del lago di Como sono i missoltini o missultin, gli agoni pescati a maggio, essiccati al sole e conservati a strati, con foglie d'alloro, nella missolta, un recipiente chiuso da un coperchio di legno gravato di pesi, in modo che i missoltini restino sotto pressione per alcuni mesi. Si degustano dopo una breve cottura su griglia, irrorati d'olio e aceto, con polenta abbrustolita e vino rosso.
Tra i dolci la miascia è una torta dalle origini antichissime: si fà impastando pane raffermo, latte, uova, zucchero, burro, mele o pere, pinoli, uvette e, a discrezione, amaretti sbriciolati, cioccolato amaro, scorza di limone.
Il masigott è un impasto rustico e friabile, dalla caratteristica forma semisferica, di fariine bianca e di grano saraceno, zucchero, burro, uova, uvette, pinoli, arancia candita e lievito.
Missoltini - Cucina del lago di Como
Gli agoni essiccati, detti in dialetto misultitt o missultin, erano un tempo una preziosa risorsa alimentare per gli abitanti del lago di Como; il particolare procedimento di lavorazione ne permetteva la conservazione per oltre un anno: questa loro caratteristica ne ha fatto anche una ricercata merce di baratto nei secoli passati. La prima cosa da fare per preparare i misultitt e pulire gli agoni, bucandone il collo e togliendo le interiora, le quali non vanno buttate perchè sono la base di un gustoso piatto: il Culadur. Per ogni kg. di pesce fresco da lavorare, occorrono 80 grammi di sale; si procede alternando a strati in una bacinella il pesce ed il sale, coprendo alla fine il tutto con uno strofinaccio e lasciandolo riposare per 12 ore, durante le quali si forma la salamoia; si rigirano e si lasciano riposare per altre 12 ore; con un ago curvo ed uno spago, si realizzano delle collane di pesci (le sfilz); una volta infilati, si sciacquano per togliere la salamoia, e con un bastone di bambù detto sbadaee si dà alle sfilz la caratteristica forma a bocca aperta (da qui il termine sbadaee: sbadiglio).
Infine li si appende ad essiccare: un paio di giorni sono sufficienti. Quando i pesci sono ben secchi, si sfilano dalle collane, gli si batte la testa per schiacciarla e si mettono in un secchiello di legno o latta, avendo l'accortezza di sistemarli a ventaglio e con la pancia all'insù; ai pesci vanno alternate alcune foglie mature di alloro. Messo il coperchio al secchiello, si pongono sotto pressa col tore (torchio) o con la leva jraneesa (leva francese), avendo l'accortezza di ripulire periodicamente l'olio che emerge, altrimenti i pesci lo riassorbono andando a male.
Se si usa il torchio bisogna dare periodicamente dei giri di vite, mentre la leva jraneesa, la pressione che esercita è continua. Pescati solitamente tra maggio e giugno, gli agoni trasformati in misultitt sono pronti per la consumazione ad ottobre. Si mangiano preferibilmente con un goccio di aceto, di olio ed una fetta di polenta: una ricetta da pescatori.
Infine li si appende ad essiccare: un paio di giorni sono sufficienti. Quando i pesci sono ben secchi, si sfilano dalle collane, gli si batte la testa per schiacciarla e si mettono in un secchiello di legno o latta, avendo l'accortezza di sistemarli a ventaglio e con la pancia all'insù; ai pesci vanno alternate alcune foglie mature di alloro. Messo il coperchio al secchiello, si pongono sotto pressa col tore (torchio) o con la leva jraneesa (leva francese), avendo l'accortezza di ripulire periodicamente l'olio che emerge, altrimenti i pesci lo riassorbono andando a male.
Se si usa il torchio bisogna dare periodicamente dei giri di vite, mentre la leva jraneesa, la pressione che esercita è continua. Pescati solitamente tra maggio e giugno, gli agoni trasformati in misultitt sono pronti per la consumazione ad ottobre. Si mangiano preferibilmente con un goccio di aceto, di olio ed una fetta di polenta: una ricetta da pescatori.
Ricette Primi piatti -
Riso Risotto al pesce persico | |||||
Ingredienti: 350 g riso Arborio o Carnaroli 450 g filetto di pesce persico 1 cipolla piccola 70 g burro mezzo bicchiere di vino bianco secco 1 lt brodo vegetale farina qualche foglia di salvia sale Preparazione: Rosolare la cipolla tritata in 20 g di burro, unirivi il riso, farlo tostare e bagnarlo col vino. Poi portare a cottura aggiungendo di tanto in tanto qualche mestolo di brodo caldo, e regolare di sale. A parte sciogliere il burro rimasto con le foglie di salvia e friggervi i filetti di pesce che avrete precedentemente tagliato a fettine e infarinato. A cottura ultimata sgocciolarli e tenerli al caldo. Quando il riso sarà pronto unirvi il condimento rimasto nella padella della frittura del pesce, mescolare bene e trasferire il risotto nei piatti individuali, adagiando sopra ogni porzione i filetti di persico. Note: Questo è un tipico piatto lacustre, ottimo veramente. Si può anche utilizzare la trota in sostituzione del pesce persico.
Un classico della cucina autunnale lombarda, richiede parecchio tempo per la preparazione e la cottura; se avete un pomeriggio da passare in casa, ne sarete ampiamente ricompensati. E' un piatto che richiede di essere accompagnato con un vino rosso di buon corpo e buona acidità; eccellente un Dolcetto di Ovada, come pure una Barbera d'Oltrepo' oppure, in omaggio alla polenta bergamasca, un Valcalepio Rosso Riserva.
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